PAROLA D’ORDINE 2025: LASCIO ANDARE!

Immagino che tutti abbiamo atteso con ansia l’arrivo del 2025. C’è qualcosa di profondamente vibrante nell’inizio di un nuovo anno: una promessa silenziosa, un richiamo all’ignoto che presto diventerà familiare. È come prepararsi per un viaggio appena iniziato, colmo di eccitazione e possibilità. Tuttavia, il primo gennaio porta con sé anche un altro significato: il bisogno, dolce e amaro al tempo stesso, di lasciar andare. La necessità di alleggerirsi, di fare spazio, di scartare il superfluo.

Sì, perché ultimamente ci siamo riempiti troppo: pensieri, ricordi, situazioni… tutto sembra pesare come macigni nelle tasche delle nostre anime. Eppure, basterebbe un piccolo gesto per liberarcene: un falò di Capodanno, una svendita simbolica al mercato delle pulci dei ricordi, o forse, in uno slancio di generosità natalizia, potremmo persino regalare un pezzo di noi stessi, un frammento del nostro 2024. Così, aspettiamo la mezzanotte come un tasto di reset, pronti a cancellare tutto ciò che ci ha accompagnato – o appesantito – per dodici lunghi mesi. Basta un click, davvero. Uno solo.

Anch’io sono arrivata a quest’anno con uno zaino carico di pesi inutili. Ho lottato per liberarmene, con la stessa determinazione con cui ho costruito questo spazio che, nato a settembre, ora vede finalmente la luce. Per questo motivo, dedico a lui, al mio blog, questo primo articolo: un inizio per entrambi.

Il primo gennaio 2025 ero in Gambia, a Sanyang. Un luogo dove il tempo scorre lento, dove la semplicità è una regola di vita e non un’eccezione. Camminavo sul bagnasciuga, osservando le mie orme cancellarsi rapidamente sotto l’abbraccio delle onde. È stato in quel momento che ho capito: dovevo svuotare quello zaino. Così, l’ho fatto.

Ho lasciato andare.
Ho lasciato andare tutto e tutti.

Lasciare andare non è mai facile. È un gesto che sembra semplice, ma spesso richiede un coraggio profondo. Significa affrontare il vuoto che resta quando ci liberiamo di ciò a cui ci siamo aggrappati, anche quando non ci serve più. Lasciare andare è fare pace con l’idea che non possiamo controllare tutto, che non tutto ci appartiene. Significa accettare che alcune cose – o persone – devono restare indietro affinché noi possiamo andare avanti e, per quanto mi riguarda, significa anche segnare dei confini. Confini con chi ci vuole bene, ma lo fa in modi che ci feriscono, che non rispettano la nostra essenza, che ci appesantiscono invece di sostenerci.

Mentre camminavo su quella spiaggia, ho realizzato che ogni onda che cancellava le mie orme era un promemoria: nulla è permanente, tutto scorre. E nel flusso della vita, aggrapparsi troppo a ciò che è stato ci impedisce di accogliere ciò che verrà. Ho scelto, con grande fatica, di lasciare andare il peso delle aspettative, delle delusioni, dei rimpianti… Ma ho anche scelto di lasciare andare quei legami che, pur nati da amore o affetto, erano diventati tossici. Ho capito che non è egoismo voler proteggere il proprio spazio interiore: è una forma di rispetto per sè stessi.

Lasciare andare non è una perdita, ma una trasformazione. È un atto di amore verso sè stessi, un modo per creare spazio per ciò che conta davvero. E così, sotto il cielo del Gambia, con il suono del mare nelle orecchie e la sabbia sotto i piedi, mi sono sentita leggera. Finalmente libera.

Ora inizia il mio cammino. Un cammino fatto di passi sicuri, senza voltarmi indietro, senza rimpianti, senza ripensamenti. Procedo con una sola regola a guidarmi: LASCIARE ANDARE.

E tu? Quale promessa hai scelto di mantenere con te stessa per il 2025?

Raccontamelo e condividi con me danze, sogni e nuove partenze.

— Valentina

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