I MIEI KORU

Ricci di vita

C’è qualcosa di profondamente simbolico nei ricci che danzano indomabili sulla testa di una persona, come onde di un mare in tempesta, o come spirali di un’antica energia che si ribella alla linearità. Ricordandomi il koru, la spirale della felce che si srotola verso la luce, ogni riccio rappresenta un nuovo inizio, un momento di rinascita che, pur emergendo dal caos, trova la sua bellezza nell’imprevedibilità.

Ogni riccio è unico, un filamento di storie, esperienze e ricordi che si aggrovigliano sulla testa della persona che li porta.

I miei ricci raccontano di me, parlano il linguaggio della mia anima. Come i koru, che si avvolgono per poi distendersi verso l’esterno, anche i miei ricci hanno attraversato fasi diverse, mutando forma, colore e significato con il tempo. Ci sono stati momenti in cui hanno arrancato, stanchi e appesantiti dal peso del mondo. In altre occasioni, si sono innalzati gloriosi, conferendomi un’aura di mistero. E poi, ci sono quei ricci che sono caduti, sconfitti dalla disperazione, come lacrime che scivolano via, svuotandomi l’anima e lasciandomi come uno spettro errante. Alcuni hanno persino perso il loro intenso colore castano, come se il dolore avesse sbiadito anche il mio aspetto esteriore.

Eppure, il koru ricorda che ogni fine porta un nuovo inizio, così i miei ricci hanno anche riso, addolcendo il mio volto, o si sono ribellati, intrecciandosi in nodi tortuosi che richiedevano pazienza e delicatezza per essere sciolti. Ogni lavaggio è un’incognita, una sfida in cui non so mai che forma prenderanno i miei pensieri riflessi nei miei capelli, condizionati da influenze esterne che cercano di invadere la mia mente.

I ricci diventano protagonisti di una narrazione più grande, che trascende la superficie per svelare l’anima di chi li porta. Attraverso le loro curve e i loro nodi, si snoda il racconto di una vita, di una donna che ha amato e sofferto, riso e pianto. I ricci sono testimoni silenziosi di un percorso fatto di cadute e rinascite, di battaglie contro una società che cerca di domare ciò che non può essere domato.

I miei ricci sono koru in continuo movimento, spirali che crescono e si trasformano, portando con sé la memoria del passato e la promessa del futuro.

In un momento di profonda riflessione, ho deciso di attingere alla cultura Māori, così ricca di simbolismo e connessione con la natura, per trovare un significato più grande in questo movimento perpetuo. Il koru, con la sua forma delicata e circolare, incarna l’essenza della crescita, del rinnovamento, della forza e della pace. È un simbolo che parla di cicli che si ripetono, di nuovi inizi che emergono dal passato, di una bellezza che fiorisce lentamente, ma con potenza.

Questo simbolo non solo riflette la mia visione personale, ma rappresenta anche un impegno verso me stessa e verso chi mi legge. “Koru” sarà il nome del mio blog, un’identità che richiama la saggezza antica, la vita che si rinnova e il rispetto per il cammino. Come il koru, il blog sarà un viaggio continuo, fatto di trasformazioni, di riflessioni profonde e di promesse per il futuro. Sarà uno spazio in cui condividere esperienze, non come mete definitive, ma come parti di un percorso che si evolve, che si arricchisce e che cresce in ogni nuova spirale.

Custodirò questo nome come un dono prezioso, qualcosa da onorare con rispetto e gratitudine. Il koru mi ricorda che anche nei momenti di quiete o di incertezza, c’è sempre una crescita in corso, una trasformazione che si prepara a emergere.